HORUS

HORUS

Benvenuti alle Porte di Orione

"No time, no space, another race of vibrations..."
Una dimensione parallela, in cui il tempo cessa di scorrere e lo spazio non ha più alcun significato.
In realtà, nulla ha un significato proprio, oltre quello che noi gli attribuiamo o che crediamo di conoscere.
Sono Horus Der Wanderer, e sulla rotta tracciata dagli occhi di smeraldo dell'antico Gabbiano, scivolando sull'onice del Cielo e proseguendo oltre le miniere d'argento della settima Luna, Iside mi svelò la via della costellazione mitologica ove adesso vago.
Molti ho incontrato sul mio cammino, che avevano smarrito la propria via o semplicemente ne cercavano una nuova.
Io sono colui che accompagna attraverso i varchi dell'Esistenza.
Benvenuti alle Porte di Orione.
Horus il Viandante.

domenica 21 dicembre 2008

De Libertate - il "Fidelio" di Beethoven

Quando un bel pò di anni fa ascoltai per la prima volta alcuni brani dal "Fidelio", unica opera lirica di Ludwig Van Beethoven, lo feci per la curiosità di toccare con mano come il granitico Maestro di Bonn si fosse approcciato alla musica Lirica.
C'è poco da fare, musicalmente parlando il Fidelio o lo si ama o lo si odia: inviso ai cultori dell'Opera Lirica, poichè le tessiture vocali vengono passate al tritacarne del Titano; snobbato dai cultori della Musica Sinfonica, che lo ritengono il semplice tentativo isolato di uno dei maggiori Sinfonisti della Storia dell'Umanità di utilizzare le voci umane come se fossero strumenti musicali.
Di fatto, un vero capolavoro.
Narra di Libertà, il Fidelio....del più alto concetto possibile ed immaginabile di Libertà.
E del resto, non c'era da stupirsi: Beethoven é il cantore dell'Uomo Titano (lo era egli stesso....un sordo che si ribella alla Natura e continua a scrivere musica quando gli altri, per parlargli, debbano scrivere tutto su un taccuino), del Prometeo che tenta di spezzare le catene della roccia.
Già a partire dall'ouverture dal pugno d'acciaio temperato, nella versione definitiva scelta dall'Autore tra una serie di ouvertures composte appositamente (e oggi apprezzatissimi brani di musica sinfonica, eseguiti autonomamente) l'opera manifesta subito il carattere forte e deciso della tematica e del suo Cantore.
Atto I
L'azione si svolge in una prigione della Spagna, a Siviglia, nel XVII secolo.
Don Pizarro è il governatore della prigione in cui egli stesso ha fatto imprigionare ingiustamente il suo nemico personale Don Fernando Florestano.
La moglie di questi, Leonore, vuole ritovarlo e, travestitasi da uomo e preso il nome di Fidelio, ne intraprende le ricerche.
Le informazioni raccolte la indirizzano proprio verso il carcere di don Pizarro. Qui, per scoprire se Florestano è tra i prigionieri, fa in modo di entrare nelle grazie di Rocco, il carceriere, e, involontariamente, entra anche in quelle di Marzelline, la figlia di lui, che se ne invaghisce sdegnando le attenzioni di Jaquino, il giovane portiere della prigione.
Nel frattempo una lettera informa Don Pizarro dell'imminente arrivo del ministro di stato e teme che questi possa scoprire l'arbitrio commesso con l'arresto illegale di Florestano. Dà ordine, dunque, a Rocco di uccidere il prigioniero ricevendone, però, un rifiuto. Costretto a dover commettere personalmente il delitto ottiene, però, che Rocco prepari la fossa. Fidelio assiste al colloquio e sospetta che il prigioniero di cui parla Don Pizarro sia proprio Florestano. Per scoprirlo convince Rocco a far uscire in cortile tutti i prigionieri, ma Florestano non si trova tra questi e Fidelio, rassegnato, non può far altro che seguire Rocco nelle segrete per aiutarlo a scavare la fossa.
Atto II
Florestano giace incatenato nel buio della segreta e si lamenta della perduta libertà. Entrano Rocco e Fidelio, che si era deciso a salvare comunque il prigioniero chiunque egli fosse. Non appena lo vede, però, riconosce subito in lui il marito. Quando Pizarro arriva per ucciderlo Fidelio lo affronta e gli rivela la sua identità, ma il governatore è ben deciso ad uccidere entrambi. Uno squillar di tromba annunciante l'arrivo del ministro mette in fuga Don Pizarro che esce frettolosamente dalle segrete mentre Leonore e Florestano si abbracciano esultanti. Nella piazza del castello il ministro dà ordine che i prigionieri siano liberati. Leonore toglie personalmente le catene al marito e, mentre Marzelline si consola con Jaquino, si leva un coro di lode dell'eroina.
Il brano che meglio canta e riassume il concetto di Libertà, é il coro del finale del primo atto, meglio noto come coro dei Prigionieri..."oh welche Lust, in freier Luft", "o grande gioia nel cielo libero", sospirano i carcerati fatti uscire eccezionalmente dalle segrete e portati nel cortile della prigione.
E' un momento di grande e commovente intensità drammatica, pari se non addirittura superiore, per certi versi, alla carica emotiva che promana dall'interpretazione coristica del ben più noto "Và Pensiero" dal Nabucco di Verdi (che, così come il coro dei prigionieri del Fidelio, ha assolutamente necessità di essere "visto" in esecuzione teatrale, e non solo ascoltato da un disco o in concerto, perchè se ne percepisca appieno la profonda e penetrante carica spirituale).
Inizia in sottovoce, quasi a rappresentare l'incredulità ed il timore dei carcerati del trovarsi a contatto con l'aria libera.
E subito dopo si eleva al Cielo, al "Luft", l'anelito commovente di Libertà e Giustizia che sembra uscire direttamente dal cuore dei prigionieri, dove la parola e il canto diventano tuttuno con lo spirito.
Oggi tutti noi conosciamo e ci crogiuoliamo per e nell'Inno alla Gioia (il coro che conclude la monumentale IX Sinfonia di Beethoven), eletto ad inno ufficiale dell'Unione Europea.
Quello é un canto di Fratellanza, di Unità e Pace universale.
Ma il cammino per arrivare all'Inno alla Gioia é duro, e deve passare necessariamente attraverso il coro dei prigionieri del Fidelio: così é stato nella Musica, ma così é anche nella parabola dell'Umanità.
Poichè mai vi sarà Pace e Fratellanza tra gli Uomini, se prima tutte le catene che li avvinghiano feroci non verranno spezzate definitivamente.
Viceversa, avremo vissuto tutti solo la pura illusione di aver conquistato il Cielo, senza renderci conto che abbiamo preso semplicemente un'ora d'aria prima di tornare in catene nelle nostre celle.

Ouverture
http://www.youtube.com/watch?v=v0Avp2Z9XS4

Coro dei prigionieri (pessima qualità video ed audio, ma non c'era altro. Giusto per rendere una pallida idea)
http://www.youtube.com/watch?v=Segka9NhfBU

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