(pubblicato su Cafè de la Paix il 27 dicembre 2007)
"Ma non vi danno un pò di dispiacere,
quei corpi in terra senza più calore?
...
Nel fango affonda lo stivale dei maiali,
me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale"
(F.Battiato, "povera patria" )
* * *
Marilyn Monroe, requiescat in pacem, non se la prenda a male: splendida attrice, ma era meglio che stesse con la bocca chiusa.
Poco fa ho avuto il piacere di leggere un sagace blog natalizio sul profilo di un nuovo amico, e l'occhio mi é caduto sulla citazione parafrasata di una nota pubblicità: un diamante é per sempre.
Ah, il Diamante....quante follie si fanno per un diamante: sigilla un amore, é simbolo dell'imperituro e della purezza assoluta.
Che meraviglia che meraviglia.
Abbocchiamoci tutti come dei gonzi (quelli veri, no gonzo dei muppets)...oppure tentiamo di vedere le cose come stanno realmente.
Facciamo un passo indietro.
Fra le zone a maggiore estrazione diamantifera, tralasciando il sudafrica (Sudafrica....ci siamo mai chiesti quali fossero i motivi reali in base ai quali la comunità internazionale ha tacitamente tollerato per decenni il regime di apartheid? ) si annoverano Sierra Leone e Liberia, e seguono a ruota Costa d'Avorio e, in minima parte, Guinea.
Teoricamente, esisterebbe una convenzione internazionale, nota come protocollo di Kimberly, in base alla quale vi é il tassativo divieto del commercio di diamanti provenienti da zone di guerra, civile o internazionale che sia.
Questo per evitare che il commercio di diamanti possa procurare dei vantaggi economici diretti alle parti in contesa armata.
Il protocollo di Kimberly viene tranquillamente aggirato in una maniera molto semplice: lo Stato belligerante X fa passare di contrabbando i propri diamanti nello Stato neutrale Y, e quest'ultimo (a fronte di una sostanziosa "tangente" ) certifica come provenienti da sè stesso Y i diamanti in realtà provenienti dallo Stato X (poi, se a X volete sostituire "Sierra Leone" e ad Y volete sostituire "Guinea", é affar vostro...).
Il diamante così "ripulito" entra dunque in commercio, allo stato grezzo.
E chi ne acquista la maggior quantità? voi penserete, "beh, c'è il libero mercato"...e qui casca l'asino!
il "libero mercato" consiste solo ed esclusivamente nel cartello di oligopolio capeggiato dall'arcinota De Beers olandese.
Esatto, proprio quella del diamante per sempre.
Cerchiamo di impostare un piccolo ragionamento economico, che ci permetterà di comprendere meglio questo perverso meccanismo.
Perchè un diamante costa così follemente tanto?
E' una cosa illogica, se ci pensate.
Il diamante grezzo, a parte l'utilizzo industriale dovuto alla sua durezza, é fondamentalmente inutile, o quantomeno é meno utile (e quindi meno prezioso) dell'acqua...che a rigore dovrebbe avere un prezzo infinitamente superiore.
Nelle scienze economiche, questo particolare fenomeno é noto proprio come "paradosso dell'acqua e del diamante".
Tale paradosso viene risolto facendo ricorso al concetto di rarità: il diamante é più raro dell'acqua, e su questa base il suo prezzo é esponenzialmente superiore.
Ma a questo punto, scatta un secondo paradosso: il diamante é maggiormente reperibile, in natura, rispetto alle altre pietre preziose (rubini, smeraldi etc etc).
Come mai il diamante ha un prezzo superiore rispetto quello di pietre molto più rare, come lo smeraldo?
E qui scatta l'inghippo.
Poichè maggior disponibilità in natura non equivale necessariamente a maggior disponibilità sul mercato.
Accade questo: il cartello oligopolistico olandese del Diamante, forte di ingentissimi mezzi economici, fa incetta di diamanti grezzi e li toglie quasi tutti dal mercato di ingrosso.
Dopodichè, come si dice in gergo economico, agisce di "conserva", ovvero rilascia sul mercato al dettaglio una quantità infinitesimale di diamante lavorato (facendone così aumentare a dismisura il prezzo) e trattiene nelle proprie riserve tutto il rimanente grezzo.
In altri termini, se sul mercato del prodotto grezzo esistono 1000 diamanti, la multinazionale ne acquista 990, dopodichè ne lavora e ne mette in vendita al pubblico solo 90.
I rimanenti 900 li custodisce nelle proprie scorte.
Il diamante diviene per questa via artificialmente rarissimo.
Il problema é che il diamante grezzo acquistato proviene in larghissima misura dalle zone di guerra, secondo quel doppio passaggio che abbiamo visto prima, poichè in quel caso il costo per la multinazionale é irrisorio (non si paga manodopera di estrazione, non si pagano dazi doganali etc etc).
Spesso e volentieri, il grezzo proveniente dalle zone di guerra (attraverso lo Stato neutro compiacente, cosiddetto "Stato canaglia" ) viene pagato, attraverso complessi passaggi (ogni giorno gli oceani sono solcati da decine di navi che trasportano "rottami ferrosi" ) direttamente con armi e beni militari.
Ma ancora non é finita.
Ricordiamoci che il commercio mondiale del diamante, per via degli obblighi giuridici internazionali, avviene in regime di apparente libero mercato.
Cosa succede se un'industria emergente, che non sottosta alle regole del cartello, cerca di imporsi sul mercato e tenta di spezzare l'oligopolio olandese?
Beh, molto semplice: l'oligopolio ricorre al meccanismo dell'inflazione.
Considerate che, se il grezzo viene rastrellato dal potente cartello a costi irrisori, l'industria emergente dovrà invece sostenere costi molto alti per potersi assicurare, secondo i canali legittimi, quel pò di grezzo che é rimasto disponibile.
A quel punto, l'industria emergente lavora quel grezzo e lo pone come prodotto finito sul mercato dei gioielli, ad un prezzo finale che sarà lievemente inferiore (per essere concorrenziale) a quello praticato dalla multinazionale olandese.
Ovviamente, tale prezzo finale non potrà certo essere inferiore a quello del complesso dei costi sostenuti dall'industria emergente per la produzione, poichè in quel caso si andrebbe in perdita.
A quel punto, la multinazionale olandese attinge alle proprie riserve, aumenta la produzione ed inonda il mercato con i propri diamanti, finchè il prezzo finale (maggiore disponibilità=minore rarità=minor prezzo) scenderà al di sotto del costo che l'industria concorrente ha dovuto affrontare per piazzare il proprio diamante.
L'industria emergente non ci rientra più nemmeno con le spese e a quel punto ha due vie: o si sottomette al cartello della multinazionale, o fallisce.
Esiste anche un altra situazione: mettiamo caso che lo Stato africano X, dopo un lungo periodo di crisi, giunga ad elezioni democratiche ed elegga un governo rappresentativo, il quale rivendica il diritto al controllo delle proprie miniere diamantifere e si oppone allo strapotere in casa propria della multinazionale del diamante.
In quel caso, la multinazionale del diamante, forte dei propri spaventosi mezzi economici, promuove la costituzione di un fittizio gruppo di ribelli, armati di tutto punto e ben addestrati, che si oppone con le scuse ideologiche più assurde al governo ufficiale.
Ecco dietro l'angolo il colpo di stato militare (o anche delle semplici elezioni pilotate) che rovescia il governo democratico e insedia al potere l'immancabile dittatore con i macchinoni americani.
Ovviamente, il dittatore pagherà dazio al proprio "sponsor", permettendo l'abuso indiscriminato delle miniere diamantifere del proprio paese.
E il sangue scorre, scorre, scorre....
Personalmente, donerò alla misteriosa donna della mia vita tutto di me: cuore, anima...e anche la stessa vita, se ciò dovesse essere necessario.
Un diamante, mai.
Un diamante é per sempre, come il sangue innocente che lo ricopre.
HORUS
Benvenuti alle Porte di Orione
"No time, no space, another race of vibrations..."
Una dimensione parallela, in cui il tempo cessa di scorrere e lo spazio non ha più alcun significato.
In realtà, nulla ha un significato proprio, oltre quello che noi gli attribuiamo o che crediamo di conoscere.
Sono Horus Der Wanderer, e sulla rotta tracciata dagli occhi di smeraldo dell'antico Gabbiano, scivolando sull'onice del Cielo e proseguendo oltre le miniere d'argento della settima Luna, Iside mi svelò la via della costellazione mitologica ove adesso vago.
Molti ho incontrato sul mio cammino, che avevano smarrito la propria via o semplicemente ne cercavano una nuova.
Io sono colui che accompagna attraverso i varchi dell'Esistenza.
Benvenuti alle Porte di Orione.
Horus il Viandante.
Una dimensione parallela, in cui il tempo cessa di scorrere e lo spazio non ha più alcun significato.
In realtà, nulla ha un significato proprio, oltre quello che noi gli attribuiamo o che crediamo di conoscere.
Sono Horus Der Wanderer, e sulla rotta tracciata dagli occhi di smeraldo dell'antico Gabbiano, scivolando sull'onice del Cielo e proseguendo oltre le miniere d'argento della settima Luna, Iside mi svelò la via della costellazione mitologica ove adesso vago.
Molti ho incontrato sul mio cammino, che avevano smarrito la propria via o semplicemente ne cercavano una nuova.
Io sono colui che accompagna attraverso i varchi dell'Esistenza.
Benvenuti alle Porte di Orione.
Horus il Viandante.
domenica 21 dicembre 2008
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