HORUS

HORUS

Benvenuti alle Porte di Orione

"No time, no space, another race of vibrations..."
Una dimensione parallela, in cui il tempo cessa di scorrere e lo spazio non ha più alcun significato.
In realtà, nulla ha un significato proprio, oltre quello che noi gli attribuiamo o che crediamo di conoscere.
Sono Horus Der Wanderer, e sulla rotta tracciata dagli occhi di smeraldo dell'antico Gabbiano, scivolando sull'onice del Cielo e proseguendo oltre le miniere d'argento della settima Luna, Iside mi svelò la via della costellazione mitologica ove adesso vago.
Molti ho incontrato sul mio cammino, che avevano smarrito la propria via o semplicemente ne cercavano una nuova.
Io sono colui che accompagna attraverso i varchi dell'Esistenza.
Benvenuti alle Porte di Orione.
Horus il Viandante.

domenica 21 dicembre 2008

Le notti in bianco

(Pubblicato su Cafè de la Paix il 22 luglio 2007)

Detta così, pare una via a metà tra il titolo di un film di lino banfi e una manifestazione organizzata da veltroni.
Poi alla fine uno scrive il blog perchè epistemologicamente parlando un ci ha 'n cazzo da fare.
Verrebbe da fare l'elogio della notte.
Fondamentalmente, é sana, elegante, non inquina e garantisce un attimo di ritrovo con sè stessi.
E ciò che importante, nessuno rompe.
La notte é la mia dimensione parallela, anche se disgraziatamente sono a volte costretto a trascurarla per dare conto al caro Morfeo, tizio devo dire sufficientemente avaro con me.
Finalmente i tarlopensieri del giorno si mettono a tacere, e scava scava, nel giusto silenzio acustico e morale, uno ripesca i vecchi tesori che teneva da parte.
Certo, alla fine son pensieri pure quelli...ma son pensieri tuoi, soggettivi, personali, non contaminati e puri nella propria follia.
Ciò che é più importante, é che si mette a tacere la ragione, insopprimibile male necessario per chiunque si trovi costretto a fare i conti con la vita e le sue responsabilità.
Ma siccome a quest'ora vita e responsabilità indesiderabili dormono beatamente, anche la ragione si può godere il proprio meritato riposo.
Insomma, passata una certa ora (ma in realtà, superate certe soglie di insanità) é come se si alzasse una brezza, che presto si trasforma in vento fortissimo, carico di odori orientali (la mia notte é araba) e voci sparse...e personalmente, anzichè coprirmi con la maglietta della salute, mi diverto ad espormi come un pazzo sul ballatoio più alto del mio faro sull'isola deserta in mezzo al mare in tempesta (di fatto, una delle poche forme di ludo balneare che apprezzo. Forse l'unica, considerato che le poche altre derivano dal fatto che uno sta in Sicilia...insomma, poi pare male che uno disprezza il mare )
Due immagini mi descrivono in questo momento, due immagini che apparentemente non c'entrano nulla l'una con l'altra.
Una é quella di un giovane alberto sordi che, sporgendosi dal tettuccio apribile della 500, si rivolge ad un gruppo di operai stradali e....LAVORATORI!!!!! Poi però a 500 je se ferma...e son zebedei ipocalorici.
L'altra, forse mi descrive meglio, é quella di Topolino apprendista stregone in "Fantasia", che sul pizzo dello scoglio muove e dirige gli elementi della natura (soprattutto il mare) in una sinfonia di casino unico, caos puro, follia assoluta.
Poi però le scope avanzano con i secchi, e si sa che quando le scope avanzano, le acque si agitano...
Lo spirito c'è tutto, ma c'è anche la consapevolezza che prima o poi, é legge naturale, la 500 si ferma e le scope avanzano.
Che il sole sorge di nuovo e la notte svanisce.
Però adesso é notte, e come disse qualcuno che la sa molto lunga (sulla notte e sui topocani), io sono sempre qui, sempre altrove.
Mi chiedo in questo momento cosa succeda in posti dove vorrei essere: una sperduta chiesetta bizantina in una valle del messinese, oppure un vicolo disabitato con delle case abbandonate dietro la Kalsa a Palermo...o ancora sulle mie amatissime "pietre" di Tindarys o Naxos (non mi riferisco agli scogli, naturalmente... )...e tantissimi altri posti che stanno dentro di me.
In particolare, in questo momento sto immaginando (ma siamo sempre lì, il termine é stretto ed inadeguato...uff, vediamo: qualcosa a metà strada tra immaginando-concependo-componendo-vivendo-desidera- ndo-costruendo-filmando-proiettando etc etc) alcune strade della mia città.
Modernissime ed antichissime, senza mezzi termini.
Sono deserte, di notte, con il pavimento bagnato e le luci che si riflettono. Infiniti movimenti invisibili, solo una figura evanescente é visibile, e cammina.
L'unico velo di tristezza é portato dal fatto di non riuscire mai a comunicare adeguatamente queste cose.
Già adesso, con un pizzico di amarezza nascosta dietro la mia solita guasconeria, so che qualcuno mi chiederà di consigliargli il mio pusher
Ma mi son sempre chiesto, come é possibile comunicare con le parole concetti che non possono essere comunicati con le parole?
Due sono le vie.
O non si comunicano e buona notte (buona notte si fa per dire, dato il contenuto del blog), e ci si rinchiude in sè stessi...
O si seguono altre vie, altre forme di espressione.
Dopo un lungo periodo di percorso della prima via, é giunto il momento di tornare alla seconda.
Sì, tornare. Perchè io quella seconda via, un tempo, la praticavo.
E poi non la praticai più.
Alla fin dei conti, io sono soltanto uno che cerca un pò di pace interiore, che ne ha tanto bisogno.
Un pò la trovo nella notte, ma é soprattutto un simbolo, una forma di personale trasfigurazione che mi permette di toccare o di intravedere quale dovrebbe essere il mio obiettivo.
Insomma, é quel preciso passaggio (nè un minuto prima, nè un minuto dopo), quella frazione di millisecondo in cui si smette di sbattere le ali della ragione e ci si libra sull'irrazionale...e bisogna essere attenti a cogliere il momento.
Se troppo prima, ci si rischia di sfracellarsi a terra...se troppo dopo, si perde il treno e si continua ad essere sterilmente umani.
Una volta che ti libri, non sei più padrone, ti devi abbandonare....saranno le correnti ascensionali a trasportarti, non più le tue ali e la tua coda remigante.
Aveva ragione Battiato: gli uccelli la sanno lunga, sono specchi del Divino.
Beh, io ho sempre pensato, tra me e me, che in realtà i sogni son tutte palle.
Quello é solo il tuo inconscio che ti rimprovera, e ti dice "strunz! hai visto quante cose avresti potuto fare, invece di stare lì a dormire come un deficiente?"
E come dargli torto? certo, se penso alla notte che ho sognato di scassinare il caveau della locale sede della Banca d'Italia...beh, la mattina dopo non mi son svegliato molto contento.
Dopo avere riletto questo blog, ne traggo alcune conclusioni.
Devo fumare di meno, dormire di più, e smetterla di ascoltare Einaudi alle 3 e mezza del mattino.
Mi addentro nella mia notte folle.

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